Gli IBC (Intermediate Bulk Container) sono contenitori rigidi formati da una struttura metallica esterna e da una tanica interna in plastica facili da movimentare e stoccare e per questo ampiamente usati in tantissimi settori: chimico, alimentare, logistico, industriale.
Proprio per il loro utilizzo, il fine vita dei bulk va gestito con attenzione. Un IBC usato può contenere infatti residui pericolosi e, se abbandonato, rappresentare un rischio serio per l’ambiente e per chi lo maneggia.
Quando un bulk diventa un rifiuto
Un IBC “svuotato” non è automaticamente un rifiuto.
Diventa tale solo nel momento in cui l’azienda decide di disfarsene, e in quel caso deve essere classificato con il corretto codice CER, in base al contenuto.
Per esempio:
- 15 01 10* → imballaggi contaminati da sostanze pericolose
- 15 01 06 → imballaggi in materiali misti
In questa fase è fondamentale essere precisi, in quanto un IBC contaminato non può essere trattato come un rifiuto comune: va bonificato e avviato a recupero presso impianti autorizzati, che ne garantiscano la tracciabilità e la sicurezza.
Dal ritiro al riutilizzo: come funziona il recupero degli IBC?
Nel momento in cui la struttura del bulk viene valutata in buono stato e i residui interni possono essere rimossi, può essere rigenerato e riutilizzato in sicurezza, seguendo un processo ben preciso, ecco la fasi principali:
- Raccolta e trasporto presso un centro autorizzato, luogo in cui gli IBC vengono ritirati in totale sicurezza.
- Bonifica e lavaggio interno con rimozione dei residui, neutralizzazione e risciacquo ad alta pressione.
- Verifica accurata della struttura e della tenuta del Bulk.
- Nei casi in cui la plastica risulti danneggiata o non più idonea, si procede alla sostituzione della tanica interna e degli accessori.
- Nel momento in cui la cisterna è rigenerata viene certificata e identificata secondo normativa ADR.
Questo ciclo consente di ridurre la quantità di rifiuti prodotti, valorizzando i materiali esistenti e abbracciando una logica di economia circolare che oggi fa sempre più parte delle buone pratiche aziendali.
Una scelta che può fare la differenza, per le aziende e per il pianeta
Smaltire un IBC significa considerarlo un rifiuto a tutti gli effetti, con costi legati a trasporto, trattamento e distruzione.
Recuperarlo, invece, vuol dire dargli una seconda vita: il contenitore torna pienamente funzionale, pronto per essere riutilizzato, e l’azienda riduce sia le spese che la produzione di rifiuti.
Rigenerare le cisterne IBC non è solo una questione di sostenibilità: è una strategia intelligente per ottimizzare tempi e risorse.
Perché un’azienda dovrebbe scegliere questa opzione?
- ottenere un vantaggio economico, risparmiando sui costi di smaltimento e di gestione.
- contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale: meno rifiuti da smaltire e minore consumo di materie prime
essere in piena conformità alle direttive ambientali e ai principi dell’EPR (Responsabilità Estesa del Produttore).
ReBulk, la nuova realtà dedicata alla gestione dei bulk
Per dare una risposta concreta a chi vuole ridurre i propri rifiuti industriali, da un’idea Ecodep nasce ReBulk, una realtà interamente dedicata al ritiro e alla rigenerazione degli IBC usati. Un progetto nato per ridurre la quantità di Bulk che diventano rifiuti, offrendo alle aziende un modo semplice, sicuro e sostenibile per gestirli.
Dare nuova vita ai tuoi IBC significa tagliare i costi e contribuire in modo reale alla sostenibilità del tuo business.