
I rifiuti speciali cosa sono?
Gli scarti e i residui destinati al recupero o allo smaltimento che provengono dalle attività produttive di qualunque genere si definiscono rifiuti speciali.
Diversamente da quanto previsto per i rifiuti urbani, cioè quelli domestici, delle cui attività di recupero e trattamento si occupano le amministrazioni territoriali, per i rifiuti speciali è necessario fare riferimento a un gestore ambientale.
Imprese, aziende e attività di qualsiasi settore sono chiamate a gestire in conformità delle direttive nazionali ed europee i rifiuti che producono e di cui sono legalmente responsabili.
L’obiettivo è individuare percorsi che possano valorizzare i residui nella tutela della salute umana e dell’ambiente. In questo senso, l’economia circolare offre un risparmio concreto nell’utilizzo di materie prime vergini a favore di materie prime seconde ottenute da trattamenti di recupero e riciclo.
Vediamo più nel dettaglio quali sono i tipi di rifiuti e come è opportuno che vengano gestiti per assicurare il rispetto delle norme ed evitare sanzioni e responsabilità penali in caso di illeciti.
Rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi
I rifiuti che si originano dal comparto produttivo non sono tutti uguali. Alle diverse tipologie e quindi alla classificazione, di cui parleremo meglio più avanti, si aggiunge una macro distinzione che divide i residui in due categorie: i rifiuti speciali pericolosi e quelli non pericolosi.
Questa differenza risulta molto importante per individuare l’iter di trattamento di ciascuno scarto: è necessario precisare che i percorsi e le attività che coinvolgono i rifiuti pericolosi sono regolate in modo molto più stringente e richiedono particolare attenzione.
Ciò non significa, tuttavia, che i rifiuti non pericolosi non abbiano un impianto normativo altrettanto preciso e che gli abusi non incorrano in severe sanzioni.
Un rifiuto speciale pericoloso è identificato dal codice CER che lo descrive, dall’asterisco che ne indica il carattere pericoloso e dalla classe HP che ne esplicita la pericolosità.
Il Testo Unico Ambientale e le normative di riferimento
L’impianto legislativo che disciplina le operazioni relative al recupero e allo smaltimento rifiuti speciali è articolato e in continua evoluzione.
A livello normativo, infatti, le direttive europee vengono aggiornate con frequenza per ridurre l’impronta ambientale delle attività produttive e raggiungere gli obiettivi di neutralità prefissati.
La Direttiva 2008/98/CE (modificata dal Regolamento 2017/997/UE e dal Regolamento 2014/1357/UE) è il punto di riferimento per la governance dei rifiuti.
Sul piano nazionale, i provvedimenti europei vengono recepiti e integrati nella norma, il cui riferimento principale è dato dal cosiddetto Testo Unico Ambientale cioè il Decreto legislativo 152/2006 che nel corso del tempo ha subito decine di modifiche alle parti che lo compongono o addirittura ne sono state aggiunte di nuove.
Inoltre, per i differenti trattamenti, le singole attività e le diverse tipologie di rifiuti, sono stati prodotti decreti e disposizioni specifiche: per esempio il Regolamento UE 1357/2014 identifica le classi di pericolosità dei rifiuti speciali citata in precedenza.
Questi brevi cenni al quadro che disciplina la materia dimostrano quanto sia complessa: nella scelta di un’azienda partner di riferimento per la gestione dei rifiuti è perciò fondamentale affidarsi a operatori di esperienza, certificati e affidabili.
La classificazione dei rifiuti speciali e l’attribuzione del codice CER
La prima attività che spetta ai produttori di rifiuti prevede che questi vengano identificati.
Si tratta come anticipato di un’operazione fondamentale che condiziona il resto del percorso di un residuo.
Identificare correttamente un rifiuto significa attribuirgli un codice, il codice CER (o codice EER), cioè una sigla numerica composta da tre coppie di cifre che descrivono tre momenti e attività distinte:
- l’attività da cui proviene il rifiuto;
- il processo specifico con il quale è stato prodotto;
- il tipo di rifiuto.
Come abbiamo accennato in precedenza, la distinzione tra rifiuti speciali pericolosi o non pericolosi si indica con un asterisco al termine del codice.
La classificazione dei rifiuti e quindi l’attribuzione del codice CER sono un’operazione imprescindibile anche perché l’identificazione di un rifiuto deve comparire in tutta la documentazione relativa alle attività di recupero o smaltimento: dai Registri di carico e scarico al FIR che riguarda il trasporto fino alla consegna presso gli impianti di trattamento di destino.
Come gestire il trattamento dei rifiuti speciali
Vediamo quali sono le altre attività che competono direttamente ai produttori di rifiuti o che possono o devono essere gestite da aziende operanti nel settore.
Per esempio nel comparto agricolo, alcuni residui sono da considerarsi rifiuti e quindi vanno trattati come tali mentre altri sono esclusi da questa classificazione.
La gestione dei rifiuti speciali pericolosi così come quella dei rifiuti speciali non pericolosi, quindi, dipende dal settore di riferimento che, come indicato in precedenza, dispone di un suo segmento normativo dedicato.
Nel caso dei rifiuti inerti, per esempio, le attività di recupero previste per i diversi scarti contemplano a seconda degli usi, specifiche soglie di inquinanti.
Il deposito temporaneo
Il deposito temporaneo prima della raccolta è di fatto il raggruppamento dei rifiuto presso il produttore. Non appena i rifiuti vengono identificati dal codice CER di pertinenza, questi vengono appunto raggruppati presso uno spazio dedicato all’interno del sito di produzione prima del trasporto.
In questo spazio i rifiuti possono essere mantenuti durante un periodo di tempo definito dal regolamento smaltimento rifiuti speciali: nell’arco di massimo tre mesi o al raggiungimento di un certo volume (10 metri cubi) nel caso di rifiuti pericolosi, entro l’anno o al raggiungimento di un volume pari a 30 metri cubi totali tra rifiuti pericolosi e non pericolosi.
Il trasporto e il conferimento presso gli impianti di trattamento
Le operazioni di trasporto devono essere gestite in modo distinto quando si tratta di rifiuti speciali pericolosi. In questo caso, infatti, sono richiesti specifici permessi e certificazioni per movimentare questi residui, analogamente come va fatto nel caso di merci pericolose.
Questo tipo di attività, anche nel caso di rifiuti speciali non pericolosi, richiedono imballi e contenitori dedicati oltre che mezzi e flotte specifici.
Anche per la gestione del trasporto è utile fare riferimento ad un partner affidabile che possa rispettare le tempistiche previste e assicuri la conformità richiesta.
Attività di recupero o smaltimento
Infine presso gli impianti di destino avvengono le operazioni che riguardano il recupero o lo smaltimento dei rifiuti speciali. In questo scenario, l’identificazione corretta fatta inizialmente assicura che per ogni rifiuto si segua il percorso previsto dalla normativa.
È importante ricordare che anche in questo caso la responsabilità per l’attribuzione di un codice CER errato è sempre del produttore di rifiuti, che è tenuto a rispondere di eventuali illeciti fino al trattamento finale.
Gli impianti di trattamento dei rifiuti prevedono linee di recupero, quando possibile, nelle quali i residui possono trovare nuova vita come materie prime seconde. In questa situazione che intende preservare le risorse vergini, l’attenzione agli ecosistemi e all’ambiente contempla attrezzature ed operazioni specifiche per mitigare le emissioni, per esempio l’abbattimento di fumi.
L’importanza della conformità nello smaltimento dei rifiuti speciali
Nella gestione dei residui, le aziende tendono a dare molta importanza a quanto costa smaltire i rifiuti speciali per diverse ragioni. Trattandosi di operazioni necessarie, non esiste infatti attività produttiva che non generi scarti, è fondamentale agire secondo quanto previsto dalle normative in vigore.
Gli illeciti che riguardano il trattamento dei rifiuti sono facilmente individuabili da parte degli organi di controllo da quando l’intera filiera è stata digitalizzata con RENTRI, il Registro Elettronico Nazionale di Tracciabilità dei Rifiuti.
I vantaggi di un operato conforme, però, non riguarda unicamente il fatto di non incorrere in sanzioni o procedimenti penali, ma anche la possibilità di veicolare un messaggio positivo di impegno e responsabilità ambientale, tematica attuale e molto vicina alla sensibilità delle persone.
I servizi di Ecodep per le aziende
Per le aziende e le imprese che operano in Sicilia, Ecodep è il gestore ambientale di riferimento che offre servizi modulabili e personalizzabili a seconda delle esigenze nel rispetto delle norme.
Le soluzioni offerte riguardano sia le realtà che operano nel settore ricettivo e della ristorazione così come la gestione dei residui delle industrie o delle piccole e medie imprese. Con la capacità di trattare rifiuti pericolosi e non pericolosi, lo smaltimento di rifiuti liquidi o gas, la bonifica di cisterne e serbatoi così come lo smaltimento degli impianti fotovoltaici, Ecodep arriva a gestire tutte le operazioni della filiera, dalla consulenza iniziale alle attività operative come raccolta, trasporto e conferimento presso gli impianti nel centro di smaltimento rifiuti di proprietà.
Grazie al supporto che Ecodep fornisce alle aziende, la gestione della documentazione e delle pratiche relative alla governance dei residui è sempre aggiornata e in conformità di quanto previsto dalle regolamentazioni di settore.
Se anche la tua azienda è alla ricerca di un partner per la gestione ambientale che possa facilitare le procedure assicurando il rispetto delle leggi in vigore nella tutela dell’ambiente e della salute delle persone, contattaci.