Strategie ESG e approccio Nature Positive

Strategie esg nature positive

Negli ultimi anni il concetto di sostenibilità aziendale ha subito un’evoluzione profonda. Non è più sufficiente ridurre l’impatto ambientale o limitarsi a rispettare gli obblighi normativi minimi.
Oggi alle imprese viene chiesto un passo in più: lavorare in modo da generare un impatto positivo misurabile sull’ambiente e sul territorio.

È in questo contesto che nasce l’approccio Nature Positive, un modello di sostenibilità che sta entrando a pieno titolo nelle strategie ESG e nelle politiche ambientali europee, coinvolgendo anche le piccole e medie imprese, non solo le grandi aziende.

Approccio Nature Positive. Di cosa si tratta.

L’approccio Nature Positive chiede alle aziende di fare un passo avanti rispetto al passato.
Non si tratta solo di produrre meno rifiuti, inquinare meno o rispettare le regole minime, ma di gestire le attività in modo più consapevole, riducendo i danni e migliorando l’impatto complessivo sull’ambiente.

In altre parole, il messaggio è chiaro:
non basta inquinare meno, l’obiettivo è lasciare la natura in condizioni migliori rispetto a prima.

Secondo la definizione promossa da ONU, Commissione Europea e Science Based Targets for Nature (SBTN), un’azienda Nature Positive è un’azienda che conosce il proprio impatto ambientale, lo riduce in modo strutturato e adotta pratiche che tutelano risorse naturali, suolo e biodiversità. Un approccio che oggi viene sempre più richiesto anche alle PMI, direttamente o indirettamente.

Sostenibilità, aziende, Nature Positive e strategie ESG.

Le strategie ESG non riguardano più solo l’immagine o la comunicazione aziendale. Sempre più spesso sono uno strumento con cui istituzioni, clienti e partner valutano come un’azienda lavora nella pratica.

La componente ambientale (E) sta diventando concreta e misurabile. Questo significa che anche le PMI devono iniziare a dimostrare, con fatti e processi chiari, come gestiscono gli aspetti ambientali della propria attività: dal rispetto delle normative alla riduzione degli sprechi, fino all’attenzione verso il territorio in cui operano.

Il Nature Positive rappresenta l’evoluzione naturale di questo percorso, perché collega sostenibilità, operatività quotidiana e solidità aziendale nel tempo.

Direttive europee: cosa devono sapere le PMI.

Molte PMI pensano che le direttive europee non le riguardino direttamente.
In realtà, l’impatto è spesso indiretto ma molto concreto.

La Strategia UE per la Biodiversità 2030 e la CSRD stanno generando un effetto a catena: clienti più strutturati chiedono garanzie ambientali, aumenta l’attenzione sulla tracciabilità e sulla documentazione, crescono i controlli e le richieste di conformità.

Anche quando una PMI non è obbligata a redigere un bilancio ESG, viene comunque valutata come fornitore, partner o operatore del territorio. Essere pronti significa evitare criticità e lavorare con maggiore tranquillità.

Cosa significa Nature Positive per una PMI, nella pratica.

Per una piccola o media impresa, adottare un approccio Nature Positive non significa stravolgere il proprio modello di business né affrontare investimenti complessi o irrealistici.

Significa, prima di tutto, lavorare in modo più ordinato e consapevole, conoscendo l’impatto delle proprie attività sull’ambiente e sul territorio. È un cambio di approccio che riguarda l’organizzazione interna, le scelte operative e il modo in cui vengono gestite risorse e processi.

Essere Nature Positive significa ridurre sprechi, migliorare l’uso delle risorse, prevenire errori e costruire processi più solidi nel tempo. Tutti aspetti che non hanno solo un valore ambientale, ma un impatto diretto sulla continuità e sull’affidabilità dell’azienda.

Il ruolo centrale della gestione rifiuti nel modello Nature Positive.

In questo contesto, la gestione dei rifiuti rappresenta uno degli ambiti più immediati e concreti da cui partire. È già parte della quotidianità aziendale e incide direttamente su conformità normativa, sicurezza e organizzazione interna.

Conoscere i rifiuti prodotti, gestirli in modo corretto e tracciabile, ridurre improvvisazioni e affidarsi a partner ambientali qualificati permette di prevenire problemi futuri e migliorare l’efficienza complessiva.

Una gestione poco strutturata dei rifiuti non è solo una questione ambientale: nel tempo può aumentare il rischio di sanzioni, creare difficoltà in caso di controlli e rendere complesso dimostrare attenzione alla sostenibilità quando clienti o partner iniziano a richiederla.

Al contrario, una gestione corretta dei rifiuti industriali pericolosi e non pericolosi  aiuta a ridurre l’impatto ambientale reale, migliorare l’organizzazione interna e lavorare in modo più sicuro. È anche un elemento concreto di affidabilità sul mercato.

Perché oggi conviene alle PMI adottare un approccio Nature Positive.

Per molte PMI, il vero valore del Nature Positive sta nei vantaggi concreti, sia nel breve che nel medio-lungo periodo.

Nel presente, aiuta a ridurre rischi e incertezze, a essere più preparati in caso di controlli e a rispondere meglio alle richieste di clienti e committenti sempre più attenti ai temi ambientali.
Nel futuro, consente di non rincorrere cambiamenti normativi o richieste improvvise, ma di trovarsi già pronti.

In sintesi, essere Nature Positive non serve solo a “essere più sostenibili”.
Serve a rendere l’azienda più solida, credibile e resiliente nel tempo.

Il ruolo di Ecodep: semplificare, non complicare.

In questo scenario, il valore di un partner come Ecodep sta nella capacità di trasformare normative e modelli complessi in soluzioni pratiche e gestibili per le PMI.

Ecodep affianca le aziende nella gestione corretta dei rifiuti, nel rispetto della conformità normativa e nella riduzione dei rischi ambientali, aiutandole a costruire processi chiari, sostenibili e adatti alla loro reale struttura operativa.

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