
Gli impianti fotovoltaici uguali o superiori ai 10Kw sono definiti RAEE “professionali” e devono seguire apposite procedure per lo smaltimento.
Gli obiettivi della transizione ecologica e la volontà di migliorare il proprio impatto ambientale inducono le aziende e le imprese a scegliere soluzioni di approvvigionamento energetico rinnovabile.
Sicuramente, quella adottata più spesso è data dagli impianti fotovoltaici: sistemi che sfruttano l’energia solare per produrre energia elettrica grazie ai moduli installati.
Il funzionamento di questi sistemi produce corrente continua che, una volta trasformata in corrente alternata grazie a un inverter, può essere utilizzata per il funzionamento dei macchinari delle linee produttive o di qualunque apparecchiatura o impianto elettrico.
Un impianto fotovoltaico può essere di tre tipologie:
- grid connected, quando è collegato alla rete elettrica dove immette l’energia in eccedenza;
- stand alone, quando non è allacciato alla rete elettrica (situazione infrequente per le aziende e le realtà produttive);
- storage, quando utilizza l’energia in eccedenza per caricare batterie di accumulo ed è comunque allacciato alla rete elettrica nazionale per immettere l’energia residuale prodotta.
A prescindere dalla tipologia e dal caso, le aziende si trovano ad avere impianti e sistemi che generalmente hanno un ciclo di vita medio di circa 25 anni, al termine dei quali i pannelli, non più performanti, vanno sostituiti.
Anche il danneggiamento, ad esempio a causa di eventi atmosferici estremi o di incidenti, comporta la necessità di sostituire in tutto o in parte i pannelli installati.
È a questo punto che ci si chiede chi smaltisca i pannelli fotovoltaici e in che modo avvenga il riciclo dei RAEE fotovoltaici.
Gli impianti fotovoltaici industriali
Come detto, un impianto con potenza nominale uguale o superiore a 10 kW si definisce professionale e, per essere smaltito correttamente, deve seguire le procedure previste per i RAEE fotovoltaici professionali.
Nel caso di grandi realtà produttive si parla di impianti fotovoltaici industriali, che hanno la caratteristica di avere una potenza in uscita superiore a 100 kWp. Si tratta di sistemi installati in imprese di dimensioni ragguardevoli che dispongono di una superficie utile tale da permettere la produzione di grandi quantità di energia destinate all’autoconsumo così come alla vendita mediante cessione alla rete elettrica. Questo è anche il caso dei parchi agri fotovoltaici.
Per le aziende, migliorare l’efficienza energetica contribuisce alla riduzione dei costi energetici, una voce di spesa che subisce le fluttuazioni del mercato. È evidente, inoltre, che l’installazione di impianti di questo tipo aiuti a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e, nel complesso, migliori la reputazione aziendale offrendo l’immagine di un impegno concreto a favore dell’ambiente.
Quando questi sistemi arrivano a fine vita, è altrettanto necessario che le aziende si attivino per smaltire correttamente, cioè secondo la normativa vigente, i moduli fotovoltaici che compongono gli impianti.
I moduli fotovoltaici: corretto smaltimento
Generando RAEE fotovoltaici, quindi Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, i moduli di un impianto professionale devono seguire due diverse procedure.
In quanto definiti professionali, quindi aventi potenza nominale uguale o superiore a 10 kW, gli impianti devono essere conferiti dal soggetto responsabile, se iscritto all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, oppure da un soggetto autorizzato alla gestione di questo tipo rifiuti all’impianto di trattamento abilitato e in possesso delle regolari autorizzazioni.
I moduli fotovoltaici, cioè i pannelli, sono dispositivi composti da celle fotovoltaiche che, all’interno di un impianto, rappresentano il generatore di corrente. Il materiale presente all’interno delle celle è il silicio mono o poli-cristallino realizzato in lastre.
Il silicio non è l’unico materiale che costituisce i pannelli, per i quali viene impiegato anche vetro oltre che metalli come rame e alluminio nelle componenti come cavi, gioghi, schede elettroniche e profili metallici, solo per citarne alcuni.
I RAEE fotovoltaici sono rifiuti non pericolosi e, per il loro trattamento in conformità alle norme, devono essere classificati con il codice CER di competenza.
Nel suo complesso un impianto fotovoltaico per essere smaltito viene descritto nelle sue diverse parti da tre codici CER:
- codice CER 160214 “apparecchiature fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci da 160209 a 160213”;
- codice CER 160216 “componenti rimossi da apparecchiature fuori uso, diversi da quelli di cui alla voce 160215”;
- codice CER 200136 “apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alle voci 200121, 200123 e 200135”.
Per quanto riguarda i cavi elettrici che possono essere collegati agli impianti fotovoltaici, il codice CER di pertinenza è il 170411 che descrive appunto un rifiuto non pericoloso costituito da “cavi, diversi da quelli di cui alla voce 170410”.
Il riciclo dei pannelli fotovoltaici e l’impatto ambientale
Come abbiamo visto, le materie prime presenti all’interno dei pannelli fotovoltaici sono materiali che possono trovare nuovo impiego nel ciclo produttivo e che quindi è importante valorizzare con percorsi di recupero.
Il riciclo dei pannelli fotovoltaici diventa un’opportunità per le aziende che sostituiscono gli impianti per inserirsi all’interno di una filiera che, in simbiosi con altre realtà produttive, offre ai materiali recuperati nuova vita in un’ottica di economia circolare.
È importante restituire valore a questo tipo di scarti per promuovere una filiera che possa dirsi realmente sostenibile: non basta infatti lavorare sull’approvvigionamento energetico da rinnovabili ma gestire i residui, in questo caso i pannelli fotovoltaici dismessi, in modo da essere conformi a quanto previsto dalle norme e contribuire a un utilizzo responsabile delle risorse, in questa circostanza i materiali da recupero.
Diversamente dai RAEE domestici, che vanno conferiti nei centri di raccolta, i RAEE professionali sono rifiuti speciali destinati a specifici impianti nei quali i materiali che compongono i moduli fotovoltaici vengono indirizzati a diverse linee per assicurare il recupero appropriato.
Il corretto smaltimento dei moduli garantisce quindi che l’impatto ambientale della sostituzione dell’impianto installato in precedenza abbia un impatto ridotto sull’ecosistema e possa generare valore economico.
Lo smaltimento dei RAEE: la normativa vigente
Per conoscere i dettagli di come smaltire i pannelli fotovoltaici è imperativo fare riferimento al quadro normativo dedicato.
La gestione dei RAEE e quindi dei moduli fotovoltaici è regolata dal Decreto Legislativo 49/2014 che recepisce quanto previsto a livello comunitario dalla Direttiva 2012/19/UE.
All’interno dello stesso provvedimento sono contenute le indicazioni che riguardano i rifiuti degli impianti incentivati dal GSE e viene regolata la gestione della quota necessaria a coprire le operazioni per il trattamento dei rifiuti.
Ecodep, regolarmente iscritto all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, è in possesso delle regolari autorizzazioni per la gestione di RAEE fotovoltaici professionali.
Le aziende che intendono sostituire il proprio impianto fotovoltaico possono fare riferimento ad un servizio che, in ottemperanza a quanto previsto dalla legge, dispone il ritiro dei moduli e il loro conferimento presso l’impianto di trattamento dedicato.
Se anche la tua azienda ha un impianto a fine vita e cerca chi smaltisce i pannelli fotovoltaici, contattaci per avere informazioni dettagliate e specifiche sulle modalità di gestione dello smaltimento dei RAEE.